Alcune giocate definiscono un momento e, in certi casi, una stagione. Il tuffo di Vanja Milinkovic-Savic sul rigore di Morata, allungando il braccio sinistro come un arco in tensione, è uno di quei gesti. Il secondo in due settimane, dopo la parata su Camarda. Due rigori respinti in due giornate consecutive di Serie A, sei su dieci neutralizzati nel solo 2024/25 tra maglia azzurra e quella granata del Toro: numeri che non appartengono alla casualità, ma all’élite europea.
Il gigante serbo sta vivendo un periodo di forma particolarmente brillante, frutto di un equilibrio mentale ritrovato e di una fiducia che cresce partita dopo partita. La continuità, si sa, è tutto per il numero uno di ogni squadra. La sua capacità di leggere l’avversario, di restare immobile fino all’ultimo istante e di proiettarsi come una molla controllata ne fanno oggi uno degli specialisti più efficaci d’Europa dal dischetto. Ma ridurre Milinkovic-Savic al solo gesto tecnico sarebbe limitante: dietro quelle parate c’è una leadership silenziosa che dà ordine alla linea difensiva e sicurezza al sistema collettivo di Conte. E proprio la fiducia incondizionata del mister sta segnando il percorso di crescita dell’ex Torino.

Vanja Milinkovic-Savic come Morgan De Sanctis
L’ultima volta che un portiere del Napoli aveva parato due rigori in due giornate consecutive di campionato risale a quindici anni fa, con Morgan De Sanctis. Oggi Milinkovic-Savic raccoglie quell’eredità e la rielabora con mezzi diversi: maggiore esplosività, più freddezza nella gestione della pressione e un approccio più proattivo, che si inserisce perfettamente nella struttura tattica del nuovo Napoli.
La sfida con il Como, chiusa sullo 0-0, ha raccontato molto più del risultato. Il rigore parato a Morata ha avuto il peso di un gol segnato, ma soprattutto ha confermato la solidità di un impianto difensivo che ha ormai interiorizzato le richieste di Conte: blocco medio compatto, pressione selettiva e costruzione dal basso basata sull’affidabilità del portiere come primo regista arretrato.
Milinkovic-Savic non è solo il terminale difensivo: è l’origine del possesso, il punto d’appoggio che consente alla squadra di risalire il campo con razionalità. E lo è stato ancora di più in un match in cui Fabregas ha spezzato le linee di passaggio costringendo Savic a saltare la prima pressione con lanci più lunghi ma comunque ben calibrati.

La forma di Milinkovic-Savic e l’impatto su Alex Meret
Per Alex Meret, fermo ai box infortunio (l’ennesimo una stagione finora disastrosa su questo fronte), la prospettiva del rientro si complica. Il rendimento di Milinkovic-Savic, oltre a garantire risultati, ha ridefinito il profilo del portiere ideale per il calcio di Antonio Conte: fisico imponente, dominio dell’area, ma anche visione e capacità di avviare la manovra. Il serbo interpreta il ruolo in chiave moderna, fondendo l’istinto con la disciplina posizionale, un aspetto che ne eleva il valore nel contesto tattico di una squadra che vive sull’equilibrio.
L’investimento voluto dal trainer salentino si è dimostrato una mossa coerente con la filosofia dell’allenatore: il portiere non come semplice guardiano, ma come estensione del sistema difensivo. Da quando Milinkovic-Savic è stabilmente titolare, il Napoli ha ridotto la media di expected goals concessi su azione, passando da 1.42 a 0.97 a partita, segno di una struttura che difende meglio, ma anche di una maggiore efficienza nel gestire le situazioni di pressione.
Ogni parata è la conseguenza di un contesto collettivo migliorato: la linea più aggressiva (complice il rientro di Buongiorno che ama staccarsi e andare in avanti), il lavoro dei centrali nel tagliare le linee di passaggio e la comunicazione continua tra portiere e difesa. Milinkovic-Savic, in questo, è diventato un riferimento tattico. Manche mentale. Le sue uscite alte hanno ridotto la quantità di palloni sporchi in area, le sue scelte di tempo nei rinvii corti permettono al Napoli di mantenere il controllo del ritmo anche nei momenti di difficoltà.
La stagione è ancora lunga, ma l’impatto del portiere serbo va letto non solo in termini di rendimento individuale, bensì come elemento cardine di un progetto tecnico più ampio. Milinkovic-Savic, oggi, è esattamente questo: un equilibrio tra carisma e metodo, tra istinto e sistema. Il Napoli di Conte, costruito per crescere nel tempo, ha trovato tra i pali uno dei suoi punti di forza più affidabili. E se il rigore parato a Morata ha salvato un punto, il valore vero è un altro: la certezza di avere finalmente un portiere che appartiene alla stessa ambizione della squadra che difende.
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