Il calcio dei disadattati, uno sport che non ci piace

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Scritto da Antonio Scelza

8 Novembre 2025

Torre del Greco sale sugli altari della cronaca per un increscioso episodio di violenza, collegato al mondo del calcio non professionistico.

Calcio disamorevole

La scorsa settimana, infatti, sulle gradinate dello stadio Liguori, durante una gara del campionato di Prima Categoria tra la Turris e l’Academy Puteolana, i tifosi di casa hanno aggredito il presidente della squadra flegrea, tra l’altro ex calciatore proprio della Turris. La follia si è scatenata quando sul finire della gara , quando la squadra in rasferta passava in vantaggio per 2 a 1Gennaro Esposito è stato soccorso e portato in ospedale per le cure del caso. Sarà operato al setto nasale nei giorni a venire. L’episodio è stato aspramente criticato anche dal sindaco della città del corallo. Luigi  Mennellae dal sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni.Purtroppo, non è la prima volta che a Torre del Greco  si registrano episodi simili.

Il più recente risale allo scorso gennaio quando ventidue persone, tutte appartenenti a gruppi organizzati di tifosi della Turris (squadra di Torre del Greco che fino allo scorso anno ha militato  nel campionato di calcio di serie C, prima di essere esclusa per  diverse inadempienze societarie) sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina.  Ad eseguire il provvedimento gli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco. I fatti si riferiscono a scontri verificatosi in pieno giorno fuori allo stadio e nelle strade del centro, tra opposte fazioni del tifo locale, in rottura tra loro in merito agli atteggiamenti da tenere circa la contestazione  alla dirigenza locale.
All’origine un dissidio tra favorevoli e contrari all’interruzione del gemellaggio con la tifoseria della Nocerina.

Fenomeno purtroppo diffuso

Il fenomeno della violenza degli stadi coinvolge un poco tutte le Nazioni , infatti a livello internazionale, organismi come la FIFA e l’UEFA hanno emanato regolamenti stringenti che impongono alle federazioni nazionali e ai club di garantire la sicurezza negli stadi. In caso di incidenti, questi enti possono comminare sanzioni pesanti, che si aggiungono a quelle previste dalle leggi nazionali. Le pene e le squalifiche possono essere classificate in due macro-categorie: quelle a carico degli individui e quelle a carico delle società sportive.

Pene e sanzioni

Per i tifosi o qualsiasi individuo coinvolto in incidenti, le conseguenze possono essere molto gravi e di natura sia amministrativa che penale.

1. Sanzioni Penali: In molti paesi, atti di violenza, vandalismo, lancio di oggetti pericolosi, uso di fumogeni o petardi, e aggressioni a persone (ufficiali di gara, steward, altri tifosi) sono considerati reati. Le pene possono includere:
Multe salate: Spesso proporzionate alla gravità dell’atto e al danno causato.
Reclusione: Per i casi più gravi, come risse aggravate, lesioni personali o atti di grave vandalismo, sono previste pene detentive che possono variare da pochi mesi a diversi anni.
Daspo (Divieto di Accedere alle Manifestazioni Sportive): Questa è una delle misure più comuni e efficaci. In paesi come il Regno Unito, la Germania e la Spagna, il Daspo può essere emesso per periodi che vanno da uno a diversi anni, impedendo al soggetto di entrare negli stadi non solo per la partita specifica, ma per tutte le manifestazioni sportive. In alcuni casi, il Daspo può includere anche l’obbligo di firma in questura durante lo svolgimento delle partite.
2. Sanzioni Amministrative: Oltre alle sanzioni penali, possono essere applicate multe amministrative o sanzioni meno severe per infrazioni minori, come l’introduzione di striscioni non autorizzati o il posizionamento in settori non assegnati.

Squalifiche e Pene per le Società Sportive

Le società calcistiche sono ritenute responsabili della condotta dei propri tifosi e dell’organizzazione della sicurezza all’interno dei propri stadi. Le sanzioni possono essere molto pesanti e incidere significativamente sull’aspetto economico e sportivo del club.

1. Multe Pecuniarie: Sono le sanzioni più frequenti e variano in base alla gravità dell’incidente e alla recidività. Le multe imposte da UEFA o FIFA possono raggiungere cifre molto elevate.
2. Partite a Porte Chiuse: Il club è costretto a giocare una o più partite casalinghe senza la presenza di pubblico. Questa è una delle sanzioni più temute, poiché comporta notevoli perdite economiche (mancati incassi da biglietteria, merchandising, ecc.) e un significativo danno d’immagine.
3. Chiusura di Settori dello Stadio: In alternativa alla chiusura totale, può essere disposto il divieto di accesso a specifici settori dello stadio (es. curve), spesso quelli da cui sono partiti i disordini.
4. Disputa di Partite in Campo Neutro: Il club è obbligato a giocare le partite casalinghe in uno stadio diverso dal proprio, spesso situato in un’altra città o regione, con costi aggiuntivi e disagi per i tifosi.
5. Squalifica dello Stadio: Nei casi più gravi e di reiterata violazione, lo stadio può essere dichiarato inagibile per un certo periodo per le partite internazionali o addirittura nazionali, richiedendo interventi di adeguamento.
6. Punti di Penalizzazione: Sebbene meno comune per incidenti generici, in alcuni campionati (o in casi di violazioni particolarmente gravi legate alla condotta anti-sportiva o ad altre infrazioni gravi) possono essere comminati punti di penalizzazione in classifica, che possono compromettere il piazzamento finale della squadra.
7. Esclusione dalle Competizioni: Nei casi estremi di gravi e ripetuti episodi di violenza o violazioni delle normative UEFA/FIFA, un club può essere escluso da competizioni nazionali o internazionali (come la Champions League o l’Europa League) per una o più stagioni.

La tendenza globale è quella di inasprire le pene e le sanzioni per garantire che gli stadi rimangano luoghi sicuri e inclusivi. La collaborazione tra federazioni, club, forze dell’ordine e anche i tifosi stessi è fondamentale per eradicare la violenza e promuovere una cultura sportiva basata sul rispetto e la correttezza.

Una violenza da combattere

Negli ultimi decenni, la violenza negli stadi, purtroppo, ha rappresentato un fenomeno preoccupante che riflette tensioni sociali più ampie e dinamiche complesse della società moderna. Questo problema, che coinvolge tifosi, istituzioni sportive e forze dell’ordine, si inserisce in un quadro più ampio di cambiamenti culturali, tecnologici e sociali che caratterizzano il nostro tempo. Tradizionalmente, lo sport, e in particolare il calcio, è stato un importante veicolo di identità, appartenenza e passione collettiva. Tuttavia, questa passione si è talvolta trasformata in comportamenti violenti, alimentati da rivalità accese, alcool, droga e dinamiche di gruppo. La modernità ha portato anche una maggiore attenzione mediatica e commerciale allo sport, ma ha evidenziato anche le sue zone d’ombra, come la violenza negli stadi.

In una società caratterizzata da rapidi cambiamenti, crisi economiche e tensioni sociali, alcune frustrazioni si riversano negli eventi pubblici come le partite. La violenza diventa così un modo, spesso irrazionale, di esprimere dissenso o di affermare superiorità, alimentata anche da fattori come l’anonimato di massa e la percezione di impunità.

L’avvento dei social media e delle tecnologie di comunicazione ha avuto un doppio ruolo: da un lato, ha facilitato la diffusione di messaggi di incitamento e di organizzazione di comportamenti violenti, dall’altro ha permesso di documentare e rendere pubblici questi eventi, aumentando la loro risonanza. Le immagini di scontri tra tifoserie o di atti vandalici vengono condivise rapidamente, alimentando ulteriori fenomeni di emulazione e di escalation.

Le autorità sportive e le forze dell’ordine si sono impegnate nel tempo per contrastare la violenza,  tuttavia, il problema rimane complesso, poiché spesso si intreccia con altre forme di devianza sociale e comportamenti antisociali.

La violenza negli stadi non è solo un problema di ordine pubblico, ma anche una questione culturale e educativa. Essa mette in discussione valori fondamentali come il rispetto, la tolleranza e il senso di comunità. La sua persistenza indica anche una difficoltà nel canalizzare la passione sportiva in modo positivo, promuovendo iniziative di inclusione, educazione e dialogo tra le diverse tifoserie.

La violenza negli stadi rappresenta una sfida complessa e multifattoriale, strettamente collegata alla realtà della società moderna. Affrontarla richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, società civile e le stesse tifoserie, promuovendo una cultura sportiva basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà. Solo così sarà possibile trasformare i luoghi di passione in spazi di aggregazione positiva, contribuendo a ridurre la violenza e a valorizzare il vero senso dello sport.

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Torre del Greco sale sugli altari della cronaca per un increscioso episodio di violenza, collegato al mondo del calcio non professionistico.

Calcio disamorevole

La scorsa settimana, infatti, sulle gradinate dello stadio Liguori, durante una gara del campionato di Prima Categoria tra la Turris e l’Academy Puteolana, i tifosi di casa hanno aggredito il presidente della squadra flegrea, tra l’altro ex calciatore proprio della Turris. La follia si è scatenata quando sul finire della gara , quando la squadra in rasferta passava in vantaggio per 2 a 1Gennaro Esposito è stato soccorso e portato in ospedale per le cure del caso. Sarà operato al setto nasale nei giorni a venire. L’episodio è stato aspramente criticato anche dal sindaco della città del corallo. Luigi  Mennellae dal sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni.Purtroppo, non è la prima volta che a Torre del Greco  si registrano episodi simili.

Il più recente risale allo scorso gennaio quando ventidue persone, tutte appartenenti a gruppi organizzati di tifosi della Turris (squadra di Torre del Greco che fino allo scorso anno ha militato  nel campionato di calcio di serie C, prima di essere esclusa per  diverse inadempienze societarie) sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina.  Ad eseguire il provvedimento gli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco. I fatti si riferiscono a scontri verificatosi in pieno giorno fuori allo stadio e nelle strade del centro, tra opposte fazioni del tifo locale, in rottura tra loro in merito agli atteggiamenti da tenere circa la contestazione  alla dirigenza locale.
All’origine un dissidio tra favorevoli e contrari all’interruzione del gemellaggio con la tifoseria della Nocerina.

Fenomeno purtroppo diffuso

Il fenomeno della violenza degli stadi coinvolge un poco tutte le Nazioni , infatti a livello internazionale, organismi come la FIFA e l’UEFA hanno emanato regolamenti stringenti che impongono alle federazioni nazionali e ai club di garantire la sicurezza negli stadi. In caso di incidenti, questi enti possono comminare sanzioni pesanti, che si aggiungono a quelle previste dalle leggi nazionali. Le pene e le squalifiche possono essere classificate in due macro-categorie: quelle a carico degli individui e quelle a carico delle società sportive.

Pene e sanzioni

Per i tifosi o qualsiasi individuo coinvolto in incidenti, le conseguenze possono essere molto gravi e di natura sia amministrativa che penale.

1. Sanzioni Penali: In molti paesi, atti di violenza, vandalismo, lancio di oggetti pericolosi, uso di fumogeni o petardi, e aggressioni a persone (ufficiali di gara, steward, altri tifosi) sono considerati reati. Le pene possono includere:
Multe salate: Spesso proporzionate alla gravità dell’atto e al danno causato.
Reclusione: Per i casi più gravi, come risse aggravate, lesioni personali o atti di grave vandalismo, sono previste pene detentive che possono variare da pochi mesi a diversi anni.
Daspo (Divieto di Accedere alle Manifestazioni Sportive): Questa è una delle misure più comuni e efficaci. In paesi come il Regno Unito, la Germania e la Spagna, il Daspo può essere emesso per periodi che vanno da uno a diversi anni, impedendo al soggetto di entrare negli stadi non solo per la partita specifica, ma per tutte le manifestazioni sportive. In alcuni casi, il Daspo può includere anche l’obbligo di firma in questura durante lo svolgimento delle partite.
2. Sanzioni Amministrative: Oltre alle sanzioni penali, possono essere applicate multe amministrative o sanzioni meno severe per infrazioni minori, come l’introduzione di striscioni non autorizzati o il posizionamento in settori non assegnati.

Squalifiche e Pene per le Società Sportive

Le società calcistiche sono ritenute responsabili della condotta dei propri tifosi e dell’organizzazione della sicurezza all’interno dei propri stadi. Le sanzioni possono essere molto pesanti e incidere significativamente sull’aspetto economico e sportivo del club.

1. Multe Pecuniarie: Sono le sanzioni più frequenti e variano in base alla gravità dell’incidente e alla recidività. Le multe imposte da UEFA o FIFA possono raggiungere cifre molto elevate.
2. Partite a Porte Chiuse: Il club è costretto a giocare una o più partite casalinghe senza la presenza di pubblico. Questa è una delle sanzioni più temute, poiché comporta notevoli perdite economiche (mancati incassi da biglietteria, merchandising, ecc.) e un significativo danno d’immagine.
3. Chiusura di Settori dello Stadio: In alternativa alla chiusura totale, può essere disposto il divieto di accesso a specifici settori dello stadio (es. curve), spesso quelli da cui sono partiti i disordini.
4. Disputa di Partite in Campo Neutro: Il club è obbligato a giocare le partite casalinghe in uno stadio diverso dal proprio, spesso situato in un’altra città o regione, con costi aggiuntivi e disagi per i tifosi.
5. Squalifica dello Stadio: Nei casi più gravi e di reiterata violazione, lo stadio può essere dichiarato inagibile per un certo periodo per le partite internazionali o addirittura nazionali, richiedendo interventi di adeguamento.
6. Punti di Penalizzazione: Sebbene meno comune per incidenti generici, in alcuni campionati (o in casi di violazioni particolarmente gravi legate alla condotta anti-sportiva o ad altre infrazioni gravi) possono essere comminati punti di penalizzazione in classifica, che possono compromettere il piazzamento finale della squadra.
7. Esclusione dalle Competizioni: Nei casi estremi di gravi e ripetuti episodi di violenza o violazioni delle normative UEFA/FIFA, un club può essere escluso da competizioni nazionali o internazionali (come la Champions League o l’Europa League) per una o più stagioni.

La tendenza globale è quella di inasprire le pene e le sanzioni per garantire che gli stadi rimangano luoghi sicuri e inclusivi. La collaborazione tra federazioni, club, forze dell’ordine e anche i tifosi stessi è fondamentale per eradicare la violenza e promuovere una cultura sportiva basata sul rispetto e la correttezza.

Una violenza da combattere

Negli ultimi decenni, la violenza negli stadi, purtroppo, ha rappresentato un fenomeno preoccupante che riflette tensioni sociali più ampie e dinamiche complesse della società moderna. Questo problema, che coinvolge tifosi, istituzioni sportive e forze dell’ordine, si inserisce in un quadro più ampio di cambiamenti culturali, tecnologici e sociali che caratterizzano il nostro tempo. Tradizionalmente, lo sport, e in particolare il calcio, è stato un importante veicolo di identità, appartenenza e passione collettiva. Tuttavia, questa passione si è talvolta trasformata in comportamenti violenti, alimentati da rivalità accese, alcool, droga e dinamiche di gruppo. La modernità ha portato anche una maggiore attenzione mediatica e commerciale allo sport, ma ha evidenziato anche le sue zone d’ombra, come la violenza negli stadi.

In una società caratterizzata da rapidi cambiamenti, crisi economiche e tensioni sociali, alcune frustrazioni si riversano negli eventi pubblici come le partite. La violenza diventa così un modo, spesso irrazionale, di esprimere dissenso o di affermare superiorità, alimentata anche da fattori come l’anonimato di massa e la percezione di impunità.

L’avvento dei social media e delle tecnologie di comunicazione ha avuto un doppio ruolo: da un lato, ha facilitato la diffusione di messaggi di incitamento e di organizzazione di comportamenti violenti, dall’altro ha permesso di documentare e rendere pubblici questi eventi, aumentando la loro risonanza. Le immagini di scontri tra tifoserie o di atti vandalici vengono condivise rapidamente, alimentando ulteriori fenomeni di emulazione e di escalation.

Le autorità sportive e le forze dell’ordine si sono impegnate nel tempo per contrastare la violenza,  tuttavia, il problema rimane complesso, poiché spesso si intreccia con altre forme di devianza sociale e comportamenti antisociali.

La violenza negli stadi non è solo un problema di ordine pubblico, ma anche una questione culturale e educativa. Essa mette in discussione valori fondamentali come il rispetto, la tolleranza e il senso di comunità. La sua persistenza indica anche una difficoltà nel canalizzare la passione sportiva in modo positivo, promuovendo iniziative di inclusione, educazione e dialogo tra le diverse tifoserie.

La violenza negli stadi rappresenta una sfida complessa e multifattoriale, strettamente collegata alla realtà della società moderna. Affrontarla richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, società civile e le stesse tifoserie, promuovendo una cultura sportiva basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà. Solo così sarà possibile trasformare i luoghi di passione in spazi di aggregazione positiva, contribuendo a ridurre la violenza e a valorizzare il vero senso dello sport.

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