Se dobbiamo difendere il primo posto, tanto vale farlo nel quartiere dove 34 anni fa la banda seminò il terrore”, ironizza uno staff member.
BOLOGNA – Non è un caso che Antonio Conte abbia scelto proprio l’Hotel Savoia Regency nel quartiere Pilastro per il ritiro pre-partita. Il Pilastro, per chi non lo ricordasse, fu teatro nel gennaio 1991 della strage più efferata della banda della Uno Bianca che seminò terrore e morte tra il 1987 e il 1994, soprattutto in Emilia-Romagna, causando ventiquattro vittime e più di cento feriti.
Il 4 gennaio ’91: quando il Pilastro divenne sinonimo di terrore
Era il 4 gennaio 1991, intorno alle 22:00, nel quartiere Pilastro di Bologna, una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri fu trucidata dalle pallottole del gruppo criminale su una Fiat Uno. I tre giovani carabinieri Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Militini, tutti poco più che ventenni, furono massacrati in quella che i familiari delle vittime definiscono “una strage esemplare, un colpo allo Stato”.
L’arrivo del Napoli: atmosfera surreale
All’arrivo della squadra azzurra nell’hotel del quartiere, qualcuno dello staff ha sussurrato: “Speriamo che la storia non si ripeta, ma stavolta solo per il Bologna sul campo”. McTominay, con il suo tipico humor britannico, ha commentato: “In Scozia abbiamo quartieri difficili, ma qui c’è proprio storia criminale pesante”.
Di Lorenzo, da capitano responsabile, ha subito organizzato le “ronde” notturne scherzando: “Ragazzi, qui la Uno Bianca era composta da poliziotti deviati che erano tutti membri deviati del corpo di Polizia tranne Fabio. Noi siamo calciatori, stiamo tranquilli!”
I 5 assenti: scaramanzia o paura del Pilastro?
Tra i convocati mancano Lukaku, De Bruyne, Meret, Spinazzola e Gilmour. Fonti vicine alla squadra rivelano che Lukaku, molto superstizioso, dopo aver googlato “Pilastro Bologna 1991” avrebbe chiesto di restare a Castel Volturno. “Romelu ha letto che i killer del Pilastro erano a bordo di una Fiat Uno bianca. Una macchina comparsa in molti degli omicidi compiuti nel bolognese in quei mesi e si è impressionato”, confida un membro dello staff.
La strategia psicologica di Conte
Il mister, sempre attento ai dettagli, ha trasformato la situazione in motivazione: “Se i miei giocatori dormono sereni dove il Pilastro era uno di quelli, una zona poco fuori la città delle torri, lontana dal centro storico, dai turisti e dagli universitari e dove avvenne una delle stragi più brutali d’Italia, il Dall’Ara sembrerà una passeggiata nel parco”.
Durante la riunione tecnica, Politano ha ironizzato: “Mister, ma la prossima volta per Napoli-Juventus ci porti in ritiro a Scampia?” Conte, senza scomporsi: “L’importante è mantenere alta la concentrazione. E qui al Pilastro, fidatevi, nessuno oserà disturbarci”.
I tifosi azzurri: tra storia e scaramanzia
I sostenitori partenopei presenti in hotel hanno accolto la squadra con cori inediti: “Al Pilastro come al San Paolo, qui comando io!”. Un ultras veterano ha commentato: “Conte è un genio anche nella scelta dei ritiri. Se vinciamo qui, dove la banda della Uno Bianca compì 103 azioni criminali, possiamo vincere ovunque”.
La partita si giocherà alle 15:00, e già circolano voci che Conte abbia chiesto ai suoi di entrare in campo con la stessa determinazione dei carabinieri che quella notte del ’91 tentarono di fermare i criminali. “Loro erano eroi veri”, avrebbe detto il tecnico, “noi dobbiamo solo vincere una partita di calcio”.
[Nota della redazione: Questo articolo è una parodia che mescola la cronaca sportiva con la memoria storica. Il Pilastro oggi è un normale quartiere di Bologna, anche se il ricordo di quella tragica notte resta indelebile]