Antonio Conte resta un allenatore abituato a incidere nei campionati nazionali. Ovunque sia andato, ha saputo costruire percorsi vincenti, fondati su organizzazione, intensità e risultati concreti. In Europa, però, la sua parabola non è mai stata altrettanto brillante. La percentuale di vittorie in Champions League si ferma infatti al 35,5%, un dato che contrasta con l’efficacia mostrata nelle leghe in cui ha lavorato.
Alla vigilia di questa stagione, dopo il chiarimento con Aurelio De Laurentiis, lo stesso Conte aveva riconosciuto la necessità di compiere un salto di qualità in campo internazionale. “Devo alzare l’asticella”, aveva ammesso il tecnico salentino. Per ora, i numeri raccontano un inizio in linea con il passato: tre partite, una sola vittoria, pari al 33% degli incontri disputati.
Stasera, al “Maradona”, il Napoli affronterà l’Eintracht in una gara che può segnare un punto di svolta. Più che per la classifica, servirà una risposta sul piano della personalità e dell’identità. Il gruppo azzurro e il suo allenatore sono chiamati a dare un segnale di crescita, per confermare con i fatti le ambizioni espresse in estate.
La Champions rimane il terreno più difficile per Conte, ma anche quello che può restituirgli la dimensione internazionale che il suo percorso, fin qui, non ha ancora pienamente consolidato. È tempo di trasformare i propositi estivi in fatti. Napoli non può attendere, Antonio Conte non può aspettare.