In casa Napoli, il calciomercato non è più solo sinonimo di giovani promesse o colpi a sorpresa. Aurelio De Laurentiis sta delineando una strategia più matura, focalizzata sulla continuità e sulla costruzione di un ciclo vincente. Dopo un’estate di investimenti mirati – con nomi come Hojlund, Lukaku e De Bruyne a infiammare l’ambiente – il presidente azzurro guarda ora ai suoi “veterani” come elementi indispensabili. Non importa l’età: ciò che conta è la fiducia cieca di Antonio Conte e la mentalità acquisita in questi mesi. Al centro di questa visione, tre nomi chiave: Frank Anguissa, Leonardo Spinazzola e Amir Rrahmani. Blindarli non è un’opzione, ma una priorità per non disperdere il patrimonio costruito.
Andrè Frank Zambo Anguissa
Partiamo da Anguissa, il leone camerunense del centrocampo. A pochi giorni dal compimento dei 30 anni, il mediano è diventato il motore inesauribile del Napoli. Sacrificio su ogni pallone, recuperi alti e una leadership silenziosa che Conte apprezza immensamente. In un girone di Champions complicato – con il recente 0-0 contro l’Eintracht che ha lasciato l’amaro in bocca – il numero 99 del Napoli è stato uno dei pochi a tenere alto il ritmo, come contro il Como o in Serie A dove la squadra partenopea domina. Rinnovarlo significa garantire stabilità in un reparto già ricco (Lobotka, McTominay, Elmas), ma dove la sua grinta è insostituibile. De Laurentiis lo sa: in un mondo dove i club inseguono talenti ventenni, puntare su un trentenne affidabile è una mossa da vincenti.

Leonardo Spinazzola
Poi c’è Leonardo Spinazzola, l’eterno guerriero della fascia sinistra. A 32 anni, l’ex Roma ha ritrovato forma e motivazione a Napoli, diventando un’opzione preziosa in un reparto che alterna Gutierrez e Olivera. La sua esperienza – maturata in Nazionale e in big match – porta quel quid di imprevedibilità che manca ai più giovani. Conte, che lo conosce bene dai tempi della nazionale, si fida ciecamente: Spinazzola non è solo un terzino, ma un leader che infonde calma nelle transizioni. Blindarlo significherebbe non solo mantenere profondità, ma anche trasmettere ai compagni la “mentalità azzurra”, quel mix di tenacia e tecnica che ha reso il Napoli capolista in campionato.
Amir Rrahmani
Infine, Amir Rrahmani, il baluardo kosovaro della difesa. A 31 anni, è uno dei pilastri del reparto arretrato, spesso in coppia con Buongiorno. La sua solidità – tre clean sheet consecutive, nonostante gli infortuni – è il fondamento su cui il mister sta ricostruendo. Il numero 13 non sbaglia un posizionamento, legge il gioco come pochi e offre leadership a una linea che ha subito il peso di assenze (Di Lorenzo in affanno, Olivera alternato). Con l’arrivo di un altro centrale da 30 milioni, la difesa è blindata, ma Amir è il collante: esperienza internazionale, fedeltà al progetto e zero distrazioni. Rinnovarlo è essenziale per un ciclo che non tollera vuoti.
Questo cambio di paradigma è rivoluzionario per il Napoli. Basta con la fissa dell’età: come per Modric al Real o De Bruyne al City, i rinnovi possono essere flessibili, anno per anno, per massimizzare il rendimento senza vincoli eterni. Il presidente, pragmatico come sempre, capisce che per competere in Serie A e Champions serve continuità. Antonio Conte ha una rosa completa – nove innesti estivi, profondità in ogni reparto – ma ha bisogno di certezze sui suoi fedelissimi. Blindare questi tre significa puntare su leadership e mentalità, non solo su piedi buoni.
La prossima sfida è Bologna, ma l’occhio va già a gennaio: con infortuni muscolari che fioccano e un girone europeo tosto (Qarabag in arrivo), la rosa deve essere unita. Aurelio De Laurentiis ha investito tanto; ora tocca a lui legare i fili. Se Anguissa, Spinazzola e Rrahmani resteranno, il Napoli non sarà solo forte, ma solido. Un ciclo parte dai pilastri, non dalle stelle cadenti.